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  • Immagine del redattoreJonathan Ghidotti

La colonna sonora di The legend of Zelda: Breath of the Wild

Aggiornamento: 29 mag 2021

INTRO E BREVE PANORAMICA


«Link… you are the light, our light… that must shine upon Hyrule once again.

Now go.»


E3 2014, Nintendo per il secondo anno di fila decise di tenere la conferenza via streaming. Sebbene Wii U fosse ancora una console giovane non avevo grandi aspettative… a dirla tutta non avevo nessuna aspettativa. Poi lo vidi…


«- Cosa, Gandalf? Vedi cosa?

- Bianche sponde, e al di là di queste un verde paesaggio sotto una lesta aurora.

- Beh, non è così male!

No. No, non lo è…»


13 Gennaio 2017, streaming di presentazione della nuova console di Kyoto: Nintendo Switch!

Vengono presentati ARMS, SPLATOON 2, MARIO ODISSEY e poi la bomba: BREATH OF THE WILD al lancio… GRAZIE NINTENDO!


Il nuovo Zelda è immenso, colorato, immersivo, denso, eccitante, difficile, bello.

Vincitore del Game of the Year 2017.

Premiato come miglior game direction e miglior action/adventure game.

Acclamato dalla critica mondiale.

Metascore di 97 su 100 e selezionato, al termine del 2019, su Metacritic come secondo miglior gioco del decennio.


Benvenuti o bentornati su Mangianastri, Io sono Jonathan ed oggi parliamo della colonna sonora di The Legend of Zelda: Breath of the Wild.


Sound Director e Compositori


Quando si parla della colonna sonora di The Legend of Zelda il pensiero va immediatamente all’uomo che l’ha resa iconica: Koji Kondo.

Se non sapete chi è vi aiuto io:

La riconoscete questa Super Mario theme? … l’ha fatta lui.

Questa Zelda theme? … sempre sua.

Questa altra Super Mario 64 main theme? … si esatto: l’ha fatta lui.

Insomma, Koji Kondo ha lasciato un’impronta indelebile nel mercato videoludico firmando alcune delle colonne sonore più famose e riconoscibili al mondo. Non c’è da stupirsi se molti fan diedero di matto quando si venne a sapere che la colonna sonora del nuovo Zelda non l’avrebbe fatta o diretta lui.

Hajime Wakai è il sound director di Breath of the Wild ovvero colui che ha pensato elaborato e scelto quale mood musicale donare al gioco. Wakai non è assolutamente l’ultimo degli arrivati, anzi, firma la sua prima colonna sonora al tempo del nintendo Gamecube con Pikmin e, tra i molti lavori svolti, collabora con Koji Kondo alla stesura di Wind Waker e Skyward Sword. Insomma, non è uno sprovveduto e sicuramente non è estraneo alle avventure di Link.


Insieme a lui vi sono inizialmente due compositori: la talentuosa Manaka Kataoka, già conosciuta per T.L.O.Z Spirit Track, e Yasuaki Iwata, alla prima esperienza con uno Zelda ma già conosciuto per super Mario 3d world.

Successivamente si aggiunge al tema Soshi Abe, giovane compositore al suo primo lavoro con i DLC di Breath of the wild.


Un team bello corposo per un gioco estremamente importante per Nintendo. Sappiamo bene come WII U sia stato un mezzo passo falso per la casa di Kyoto… Switch doveva quindi fare il botto e per farlo aveva bisogno di un gioco esplosivo con un gameplay esplosivo, un design esplosivo ed una colonna sonora… beh, esplosiva!


Il risveglio ed il mondo con i suoi dungeon


Uno dei pilastri musicali in tutti i titoli open map o open world di Zelda è il Tema del mondo, la musica che accompagna Link nelle sue cavalcate o corse lungo le praterie di Hyrule.

In questo momento state ascoltando la più famosa di tutte, Hyrule field di Ocarina of time, composta da Koji Kondo e divenuta così popolare e riconoscibile da essere usata come musica d’attesa ai centralini Nintendo.

Il tema del mondo è importante non solo perché è il brano che i giocatori sentiranno più spesso ma, nello specifico caso degli Zelda, perché identifica il mood del gioco.

Ocarina of time è Eroico, Makora’s Mask cupo, Skyward sward romantico, Wind Waker ottimistico.


E Breath of the Wild?

Eeeeeh… Il problema è che qui Link ha perso, Zelda è imprigionata ed il mondo sta aspettando che la calamità Ganon prenda il sopravvento.

È in questa Hyrule che Link si sveglia dopo 100 anni…


Hyrule è sconfitta, spezzata così come i suoi monumenti e templi.

Ora state ascoltando il tema del Tempio del tempo o Santuario del tempo, una costruzione caratteristica dei the legend of Zelda, sempre presente e sempre caratterizzata dalla stessa melodia.

Melodia che qui scompare… o così sembrerebbe.

Vi faccio sentire la melodia storica


Temple of time (Ocarina) al pianoforte


Ora vi risuono l’inizio ma aggiungendo un arpeggio


Temple of time (Ocarina) al pianoforte con arpeggio


Notato nulla? E se eliminiamo i silenzi cosa succede?


Si, esatto: è sempre lei, sempre la stessa melodia ma estremamente dilatata, o meglio, frammentata così come frammentato è il tempio del tempo, diroccato ed in stato di abbandono dopo la venuta della calamità Ganon. Ma non è solo il mondo ad essere frammentato, anche la memoria di Link è spezzata, piena di buchi e silenzi da colmare.


Il silenzio. Questo il primo pilastro della colonna sonora di Breath of the Wild. Il silenzio della musica che cede il passo al rumore del vento, agli schiamazzi dei Boblin, al cedere incerto di un cervo o di un leprotto, al richiamo lontano di un villaggio, un santuario o un abitante di Hyrule. Tutto concorre alla colonna sonora del gioco, non solo la musica. In una intervista, di cui vi lascio il link alla trascrizione in descrizione, Wakai disse:


Alla fine decidemmo di esprimere il gioco solo con il rumore ambientale e lo scenario, perché pensavamo che sarebbe stato meglio. Abbiamo smesso di usare la frase "World BGM" e l'abbiamo sostituita con "Environmental BGM". Non era solo rumore ambientale e non era solo BGM, ma il rumore ambientale diventava la BGM.


Ma quindi non c’è mai musica nel mondo?!


No no, non esageriamo, la musica c’è. Nelle nostre lunghe passeggiate da un angolo all’altro della mappa potrà capitare di sentire qualche nota al pianoforte, qualche arpeggio, qualche scala veloce, quasi come una brezza improvvisa.

E se andiamo a cavallo?

La solfa cambia. Tutto diventa leggermente più allegro con il pianoforte che con note delicate accompagna il trotto del cavallo. Che sia di giorno o di notte il mood del brano non cambia, variano le armonie e di notte ci si allarga su un registro più acuto nella melodia e più grave nell’accompagnamento, ma la vera chicca però avviene quando cavalchiamo a lungo. Sia di giorno che di notte si aggiunge al pianoforte una seconda melodia suonata da un violino che avete potuto sentire come sottofondo alle mie parole. Se di giorno la melodia è più difficile da riconoscere (ma comunque riconoscibile e ne parleremo più avanti) credo che quella notturna non meriti commenti.


Ma Breath of the Wild non è caratterizzato solo da lunghe passeggiate e cavalcate; ci sono anche i combattimenti


Ci sono diversi nemici lungo le terre di Hyrule e a nemici differenti corrispondono temi musicali diversi. I più ricorrenti sono i classici Boblin, i Grublin ed i Lizalfos: tutte creature animali, quindi non sintetiche, che infestano le praterie di Hyrule. Loro sono i nemici più comuni da incontrare e sono sempre accompagnati dal tema musicale che state ascoltando.

Si, è una composizione ben più presente, ritmata e ricca ma vi faccio riascoltare un attimo i primi 30 secondi.


Sbaglio o è un inizio decisamente esitante, spezzato? Questa è una scelta ben oculata che permette al brano di “entrare in scena” in maniera delicata e, nel caso di giocatori estremamente competenti, di esaurirsi nell’arco dei 30 secondi mantenendo l’equilibrio musicale/ambientale fino a lì costruito.


Caso contrario per i nemici sintetici, in particolare modo per i Guardiani


Penso che il tema di "Guardian Battle" di Kataoka sia molto significativo per me. Era un brano composta proprio all'inizio dello sviluppo, ma ogni volta che sento l'introduzione ho un improvviso bisogno di scappare! (Ride) All'epoca ero molto scarso al gioco e ogni volta che incontravo un Guardiano venivo sconfitto, quindi quello era un brano che perseguitava anche i miei sogni.


Queste le parole di Iwata ma credo possano essere le parole di tutti nelle prime ore di gioco. I Guardiani sono i nemici più forti all’interno del gioco e, soprattuto nelle prime ore, un loro colpo vuol dire game over. Ecco perché un introduzione così irruente è necessaria! Il giocatore deve subito percepire il pericolo e correre a più non posso… a meno che non sia abilissimo nei parry.


Questo brano, Guardian battle, ci permette inoltre di notare un secondo aspetto compositivo molto importante: la scelta degli strumenti musicali in base alla situazione ed ai nemici.

Finora siamo stati accompagnati da diversi strumenti ma uno era sempre presente: il pianoforte.


Silenzio


Sempre nell’intervista Wakai disse:


Per un anno ho provato diversi tipi di musica per accompagnare le battaglie e ho cercato di includere modi in cui il suono potesse interagire con il gameplay stesso. Prendiamo ad esempio il tema principale del piano.


Negli altri giochi di Zelda ci sono stati altri strumenti, come arpe e ocarine che sono diventati elementi chiave durante il gioco, quindi gli strumenti principali a cui inizialmente pensavo erano portatili. Potrebbe essere un po 'folle, ma ho anche pensato a un Dulcimer ... (Ride). Ma l'idea era di cambiare la solita colonna sonora di Zelda ed esprimere la sensazione di un grande mondo aperto. Quindi, ho pensato: perché non usare uno strumento di grandi dimensioni che non è necessariamente portatile? Alla fine ho deciso di usare il piano che finora non è stato usato molto nella serie. Ma anche se pensavo che ci fossero molte cose nel piano che lo rendevano ideale, ero ancora ansioso per alcuni punti e ricordo di aver composto mentre mi preoccupavo se funzionasse o meno.


É nella frase «pensavo ci fossero molte cose nel piano che lo rendevano ideale» che si nasconde secondo me il motivo vero per cui Wakai ha optato infine per questo strumento.

Il pianoforte, secondo pilastro della OST di Breath of the Wild, è uno strumento completo che permette di esprimere molteplici emozioni e sensazioni, molte più dei suoi colleghi a fiato o ad arco. Soprattutto però il piano riesce a esprimere un particolare senso di smarrimento misto a magia, una sorta di “dolce smarrimento”.


Prendiamo la colonna sonora de “La Città Incantata” di Joe Hisaishi. In questo capolavoro d’animazione la protagonista Chihiro si ritrova sola, in un mondo incantato con i genitori tramutati in maiali. Questo il tema principale del film


Le somiglianze con alcuni brani di Breath of the Wild sono evidenti. Anche Link come Chihiro si ritrova sperso senza memoria in una Hyrule che non conosce e questo senso di smarrimento, che il timbro del pianoforte riesce ad esprimere molto bene, viene ampliato dalle scelte armoniche. Nella opening di Breath of the wild così come in altri brani e nel main theme de “La città incantata” troviamo accordi che armonicamente non hanno senso ma se analizzati a livello intervallare rivelano i loro segreti.

Mi spiego meglio: gli accordi di entrambi i brani sono realizzati tramite la sovrapposizione di intervalli di quarta e di quinta che suonano belli ma vuoti.


Esempio per La città incantata abbiamo accordi tipo MI SI RE SOL DO composto da una quinta (MI SI) una terza (SI RE) e due quarte (RE SOL e SOL DO). Per Breath of the wild abbiamo RE SOL LA RE MI SI che può essere letto come 3 quinte (RE LA, SOL RE, MI SI) o due quarte (RE SOL, LA RE) e una quinta (MI SI).


Ma come già abbiamo sentito Breath of the wild non è solo pianoforte; vi è infatti un’altra scelta interessante seppur molto classica.


Sparsi per le terre di Hyrule ci sono molti marchingegni e macchine relative ad un’antica e super progresso civiltà: gli Sheika. Vi sono nemici robotici risalenti a questa civiltà, ci sono i Guardiani e ci sono diverse torri costruite proprio dagli Sheika; vi è addirittura un laboratorio che studia questa antica civiltà e produce armi Sheika speciali e potenti.

Soprattutto però vi sono i santuari ovvero dei piccoli dungeon sparsi per il mondo che mettono alla prova i giocatori con enigmi logici, sfide di forza e di ricerca. Per una civiltà così tecnologica, quasi fantascientifica, la scelta di utilizzare suoni digitali è del tutto coerente.


Città e villaggi


Lungo le terre di Hyrule vi sono ovviamente numerosi villaggi.


Ogni villaggio ha il suo specifico mood musicale, i suoi specifici strumenti ed il suo ritmo; il tutto ovviamente si rifà alla tradizione zeldiana riarrangiando e modificando i vecchi brani relativi ai diversi popoli.

Abbiamo quindi il popolo Gerudo che vive nel deserto, ha una estetica vagamente araba ed una musica che prende a piene mani dalla cultura musicale medioorientale.

Vi sono i Goron, composti di sola roccia, duri come la pietra e contraddistinti da suoni massicci e ingombranti degli ottoni.

Troviamo gli Zora, delicate creature marine simili a dei delfini e caratterizzati da suoni ovattati e morbidi.

Infine ci sono i Rito, forti pennuti abituati alle temperature rigide e caratterizzati da strumenti a fiato e della famiglia delle chitarre.

Il tema del villaggio Rito è quello che stiamo sentendo in sottofondo, non per particolari meriti o citazioni, ma semplicemente perché è il mio preferito e mi permette di parlarvi dell’alternanza giorno notte all’interno del gioco. Difatti non solo il tema legato al cavallo cambia di giorno e di notte ma tutta la colonna sonora cambia dal giorno alla notte presentando addirittura delle melodie ed armonizzazione ad hoc per il momento dell’alba e del tramonto.

Se di giorno sentiamo un mandolino (tra l’altro strumento già associato al volo da Joe Hisaishi nella colonna sonora di “Si alza il vento”) quando scende la sera il mandolino cede il passo al pianoforte, il tempo rallenta, vi è una modulazione ad una tonalità più grave e tutto diviene più tranquillo.


Più interessante a livello musicale invece è la musica del villaggio Kakariko che si rifà alla musiche tradizionali giapponesi utilizzando strumenti tipici come i Taiko, grossi tamburi, gli Hyoshigi, super riconoscibili e che state ascoltando ora, lo shakuhachi, che è uno strumento a fiato, ed il Koto, strumento musicale a corde.

Vi lascio in descrizione il link al canale YouTube 8-bit music theory nel quale spiega nel dettaglio questo brano, le sue influenze e come è strutturato. Aggiungo solo una piccola chicca suggeritami dall’intervista ai compositori. Nel parlare dell’utilizzo dei vecchi brani e di come siano stati modificati, camuffati e reinterpretati Wakai dice di come nessuno si sia mai accorto del riferimento presente all’interno di questo brano e subito dopo consiglia di ascoltare attentamente il suono delle campanelle.

L’ho fatto e ho notato, con non poca difficoltà, che vi sono le quattro note iniziale del tema originale scritto da Koji Kondo… (esempio) nulla di trascendentale ma adoro questi piccoli easter egg musicali.

Ultimo brano relativo ai villaggi che voglio citare è quello del Villaggio Daccapo (Tarrey Town in inglese).


Questo villaggio non è presente all’inizio del gioco e viene costruito tramite una missione secondaria. All’inizio non ci sarà nulla se non una casetta e il povero Miceda, a cui è stato affidato il difficile compito di fondare un nuovo villaggio, intento a spaccare roccia. Così come semivuoto è il villaggio anche il suo tema musicale è semivuoto presentando l’accompagnamento al pianoforte , delle semplici percussioni e una linea melodica affidata al clarinetto; linea melodica che possiamo considerare sia come tema del villaggio che come tema di Miceda.

Ogni volta che andremo a trovarlo ci chiederà o di procurargli della legna (tanta legna) o di trovare la persona adatta per svolgere un determinato compito. È così procedendo che poco a poco il villaggio daccapo si popolerà di persone di razze diverse che porteranno in dote le loro tradizioni e le linee melodiche tipiche della musica del loro villaggio: Il risultato è u n villaggio multietnico con un tema musicale composto dai suoni di ognuno.

Il villaggio Daccapo diventa il primo villaggio ad essere costruito dopo la calamità Ganon e trovo super affascinante che sia anche il primo villaggio di Hyrule ad ospitare tutte le razze del Regno, come a dire che per ricominciare c’è bisogno dell’aiuto di tutti.

Ultima chicca che mi ha fatto impazzire è la scomparsa del pianoforte: una volta che il villaggio è completo il pianoforte, saldamente legato allo smarrimento ed alla nostalgia non ha più motivo di esserci. Il villaggio è completato, la gente è felice ed ora sa che nonostante la calamità Ganon insieme si può ripartire.




Storia e personaggi


Oh oh oh oh ma che bravo.

Dunque, ora ti mostrerò il mio vero aspetto… il mio nome è Rhoam Bosphoramus Hyrule,

fui… l’ultimo sovrano del regno che un tempo dominava queste terre.

Purtroppo 100 anni or sono il mio regno fu devastato da una calamità ma questo già lo sai…


The Events of 100 years ago

È Il re di Hyrule in persona al termine della prima ora di gioco a spiegarci cosa sia successo al suo regno, di come Ganon abbia vinto e di come ci ritroviamo all’interno di una storia, per alcuni versi, ciclica.

Breath of the wild si muove su 3 linee temporali diverse:

  • I tempi antichi dove per aiutare l’eroe con la spada che esorcizza il male e la principessa dal sangue divino a scacciare Ganon, gli Sheika, allora presenti nel mondo, utilizzarono la loro avanzata tecnologia per costruire diverse torri di osservazione, un esercito di robot chiamati guardiani e 4 imponenti macchine da guerra di forma animale da affidare a 4 campioni.

  • 100 anni prima del presente quando il re di Hyrule convoca 4 campioni dalle 4 terre del regno più Link, l’eroe, e li affida al comando di sua figlia Zelda, discendente dal sangue divino.

  • il presente dove Link si sveglia senza ricordi, Hyrule ha perso e la principessa Zelda è intrappolata (più o meno) all’interno di Ganon.

Questo è in sintesi il background narrativo che ci viene narrato con l’immediato compito di ritrovare i 4 campioni perduti e salvare la principessa Zelda. Nulla di complesso, niente di più classico.


I 4 campioni sono:

  • Urbosa, la campionessa Gerudo

  • Daruk, il campione Goron

  • Revali, il campione Rito

  • E Mipha, la campionessa Zora

Tutti e 4 hanno ricevuto il proprio tema nel dlc dedicato a loro e tutti e 4 i temi si rifanno alle caratteristiche musicali del villaggio da cui provengono. C’è però un’eroe che riceve un piccolo approfondimento rispetto agli altri ed è Mipha.

Mipha è la principessa degli Zora, è la più giovane dei 4 ed ha un fratello di nome Sidon. A livello narrativo il primo personaggio dei due che incontriamo è Sidon ed il primo tema che sentiamo è il suo.

Il tema è molto semplice e orecchiabile: sono due note Si e Do a cui si aggiunge un piccolo movimento melodico.

Ora vi faccio sentire il tema di mipha


Beh… è decisamente molto simile ma qui le note principali son il Mi ed il Fa.

SI - DO per Sidon

MI - FA per Mipha

Non fa una piega direi. Ma cosa succede quando nel dlc abbiamo la scena con entrambi i personaggi? Come si struttura il brano Mipha and Sidon?


Il tema si apre con Mipha, sentiamo il suo tema, riconoscibile perché più calmo e delicato. La prima volta sentiamo proprio il MI ed il FA. Poi entrano gli archi e la stessa melodia viene eseguita con il SI ed il DO. Potremmo dire che è Sidon ma l’andamento ritmico e la mancanza del secondo movimento melodico tipico del suo tema ci confermano che stiamo ancora ascoltando Mipha.

Si ha un crescendo, il ritmo aumenta e finalmente sentiamo Sidon ma le note non sono le sue, sono il MI ed il FA è c’è uno specifico motivo per cui questo avviene e ce lo spiega Wakai stesso:


«Per la canzone "Mipha and Sidon" ho creato il tema di Sidon usando la scala Mi e Fa, perché pensavo che quando guardi attraverso gli occhi di Sidon, Mipha è il vero eroe


E se questa piccola chicca non vi ha sorpreso spero possa sorprendervi tutto ciò che riguarda il vero protagonista del gioco, ovvero Zelda.


Da sempre la principessa è la vera protagonista del franchise, colei che detiene la parte di potere necessaria per debellare il male. La luce che si oppone all’oscurità e che riesce ad adempiere al suo compito grazie all’aiuto di Link.

In Breath of the Wild questo aspetto è ancor più presente ed importante. Nonostante Link abbia la spada che esorcizza il male da solo non può sconfiggere Ganon perché l’unica che detiene il potere necessario è la discendente dal sangue divino: la principessa Zelda. Ciò che però contribuisce a renderla la vera protagonista è il percorso che attraversa, lo sviluppo che riceve e gli ostacoli che si ritrova dinnanzi e che la portano ad essere colei che per 100 anni riuscirà a contenere Ganon e a donare al mondo una speranza. Non voglio fare spoiler ma nonostante la storia non sia nulla di complesso e sia l’unico tallone d’Achille di questo capolavoro le vicende e lo sviluppo della principessa sono belli e non voglio rovinarveli. Voglio però parlarvi di come Zelda non sia una presenza costante solo lucidamente ma anche e soprattutto a livello musicale.

Abbasso un attimo il volume della musica e vi suono il tema originale di Zelda scritto da Koji Kondo per The Legend of Zelda a Link to the past del 1991


È semplice, semplicissimo ma assolutamente iconico per i fan e non solo. Questa semplice linea melodica all’interno di Breath of the Wild compare molteplici volte dall’inizio dell’avventura fino alla fine, semplicemente però si nasconde e si maschera.

Ricordate il tema del cavallo? Di notte si palesava il tema principale dell’intero franchise, la fanfara di apertura del primo The leggendo of Zelda divenuto poi il main theme assoluto. Ma di giorno? Beh se di notte c’è Link di giorno, facendo molta attenzione possiamo sentire un lentissimo seppur presente tema di Zelda.


Tema presente anche nel brano che stavamo ascoltando fino a pochi minuti e che poco a poco nel proseguimento del gioco si fa sempre più presente così come la memoria di Link poco a poco si ricompone fino a giungere al ricordo più importante ed alle lacimuccie di ogni fan della saga.


Ricostruzione. Questo, a mio modo di vedere, il terzo pilastro della colonna sonora (e non solo) di questo capolavoro. Poco a poco che si prosegue nell’avventura Link (e quindi il giocatore) acquista maggior consapevolezza di quello che lo circonda, della storia di Hyrule e di cosa sia successo veramente 100 anni prima. Di pari passo poco a poco che si procede nell’avventura la colonna sonora si fa sempre più presente, sia a livello musicale e strumentale, grazie ai vari avvenimenti narrativi, sia (e soprattutto) richiamando, riarraggiando e riproponendo i vecchi temi storici del franchise rimasti sepolti in lontani ricordi sbiaditi. Questo gioco è pieno di rimandi musicali e piccole citazione, dai campanellini del villaggio Kakariko alla foresta kokiri, al tema principale quando si cavalca, al villaggio Rito con il suo rimando all’isola del drago di Wind Waker, il tema del castello di Hyrule fino a questa genialità del tema di Zelda.

Tutto è presente, sepolto sotto le macerie ma vivo e pronto a riemergere… come viva è la Calamità Ganon.


Il cattivo, Ganon, ovvero: l’epicità


Trovo che ci siano due modi di giocare Breath of the Wild: il primo consiste nel completare in fretta e furia la storia per poi godersi l’intero mondo di gioco, Il secondo invece è l’esatto opposto: godersi l’intero mondo per poi, una volta fatto tutto, completare lo scontro e affrontare la temibile calamità Ganon.

Io prediligo la seconda opzione e ricordo benissimo di come, dopo 150 ore di gioco, rimasi a bocca aperta dinnanzi alla maestosità di questo tema di battaglia.

Così come in Ocarina of Time anche qui il tema è lento e maestoso in perfetta contrapposizione con l’estetica di Ganon che è deforme e disgustosa ma, come abbiamo appreso fino a qui, questa non è la prima volta che sentiamo il suo tema. Durante la nostra avventura saremo chiamati ad affrontare 4 Boss di trama strettamente legati all’influenza di Ganon ed in ognuno di questi scontri troveremo una versione arrangiata ad hoc di questo tema.

Come da classico il boss è composto da diverse fasi, in questo caso due Macro fasi suddivise anch’esse in altre fasi. Nella prima fase ci troveremo dinnanzi ad una forma incompleta di Ganon e mano a mano che lo metteremo alle strette il tema musicale accellererà mettendo pressione al giocatore ma rivelando anche come Ganon stesso si senta minacciato.

La vera figata però arriva quando Ganon riesce a raggiungere la sua forma definitiva.


Avete in mente l’epicità che ci era stata promessa con trailer del 2017? Quella che durante tutto il gioco fatica a palesarsi? Bene… Eccola qua!

L’ultimo tema di battaglia contro Ganon è una versione lievemente riarrangiata del main theme del gioco, Main theme che ci risulta familiare in quanto la linea melodica principale l'abbiamo già sentita al pianoforte all’inizio del gioco e in alcuni momenti chiave dell’avventura ma che fino ad ora non ci era ancora stata presentata in tutta la sua potenza ed epicità.

Al termine del gioco noi sentiamo il tema principale dell’avventura… scelta interessante non trovate?

Ma diamo un’occhiata alle particolarità di questo brano. Partiamo dal tema principale, quello più orecchiabile e maestoso. Come vi ho appena detto non è la prima volta che lo sentiamo, anzi ci ha accompagnato lungo tutto l’avventura, camuffato, sottovoce o ridotto a quella che è la sua cellula originaria ovvero questa:


Tutto il tema principale si costruisce partendo da questa battuta che potremmo addirittura ridurre a due note: RE e SOL Tutto il main theme prende questo semplice movimento e lo duplica, triplica, traspone, allunga e ripete con strumenti diversi; e quando non parte da questa battuta parte da una seconda cellula melodica sentita mille volte:


Ciò che però avviene di ancora più interessante nella trascrizione che stiamo ascoltando sono:

  • in primis la scelta di aggiungere suoni elettronici che richiamano la popolazione Sheika e sembrano voler rendere partecipi anche loro di questo sconto.

  • In secondo i la fusione con una parte del tema di Ganon utilizzata in entrambi i pezzi come momento di climax.

  • Infine l’utilizzo del tutto nuovo ed estraneo all’intero mood del gioco del pianoforte che qui diventa furioso, irruento e in alcuni tratti quasi fastidioso incrementando la tensione e donando un senso di concitazione maggiore.


In conclusione


Silenzio.

Pianoforte.

Ricostruzione.

Questi quelli che considero i 3 pilastri della colonna sonora di Breath of wild, un’opera immensa scritta da 4 compositori, composta di 9 dischi, 259 brani e più di 9 ore di musica. Un opera che rende il silenzio parte integrante del musica, che designa il pianoforte come strumento principe per esprimere lo smarrimento dei personaggi e di Link e che poco a poco si arricchisce e si ricostruisce portando alla luce le tracce più belle e iconiche del franchise.


Io sono Jonathan e questo è mangianastri, un piccolo podcast dove cerco di trasmettere la mia passione per alcune delle più belle colonne sonore videoludiche.

In descrizione potete trovare i link a diversi articoli ed approfondimenti con anche un particolare articolo che ho trovato leggermente particolare.

Io vi ringrazio per l’ascolto e ci sentiamo alla prossima.


Articoli


Video


8-bit Music Theory



Per Ridere


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